Il mondo di Masashi Kishimoto
La Biografia
LA BATTAGLIA CONTRO IL CAOS
C’è una cosa che ho capito dopo 6 anni di lavoro come fumettista. Ho capito che le persone diventano sempre più pazze se non dormono e stanno continuamente nello stesso posto a contatto con le stesse persone. È un effetto riscontrato in quasi tutti gli assistenti, e tra i sintomi ci sono: diventare euforici per delle battute stupidissime, creare una cassetta con registrata sopra mezz’ora di scorregge, le conversazioni che diventano delle urla, e altre sciocchezze. In un certo senso veniamo dominati dal caos, ma non ce ne accorgiamo minimamente. Non ce ne rendiamo conto che quando arriva un assistente nuovo che non è ancora stato colpito da questa sindrome. Solo allora facciamo un esame di coscienza, ma il tempo è tiranno e il caos si ripropone coinvolgendo anche il nuovo arrivato. Un giorno è accaduto questo. Sentite… la scadenza era vicina, ma essendo troppo stanco, decisi di riposarmi un po’ dietro la scrivania. Dopo essermi sdraiato, mi misi a cercare qualcosa che facesse da cuscino, quando trovai il cuscino-ranocchio (la versione a cuscino del portafoglio di Naruto, quello che lui usa nel manga, prodotto come omaggio per i lettori).
Essendo grande a sufficienza per appoggiarci la testa, decisi felicemente di adottarlo come cuscino per il mio pisolino. Ma si dà il caso che questo cuscino abbia una bocca che si apre proprio come il portafoglio. Lo stavo fissando spensierato, quando mi colpì un’idea e una curiosità. Se il cuscino è grande a sufficienza per appoggiare la testa, riuscirò a infilarcela dentro? Pur essendo stanco, volevo assolutamente verificare la cosa, e invece di mettermi a riposare infilai la testa nel cuscino. Ci entrò giusto giusto fino al collo. Ora come ora non so per quale motivo feci questa cosa, ma probabilmente anch’io ero stato colpito dal caos, e non avrei mai immaginato quello che sarebbe accaduto successivamente.
Provai a sfilare la testa dal cuscino-ranocchio dopo essermi tolto la soddisfazione di sapere che ci entrava. Purtroppo… non riuscii a levarmelo dalla testa, visto che le orecchie lo bloccavano. Inoltre era riempito di cotone, e più mi agitavo per togliermelo più mi si appiccicava sul naso bloccandomi la respirazione.
Ero agitatissimo, consapevole della grave situazione, e continuai a provare a sfilarlo tenendolo il più aperto possibile. Poi i miei assistenti se ne accorsero e mi domandarono cosa stessi facendo. Pensavo che mi potevo far aiutare da loro e provai a chiedere aiuto. In quel momento cominciai a sentire alcuni rumori simili allo scatto di una macchina fotografica. Avendo il cuscino in testa, non vedevo cosa stava succedendo, ma immaginavo la situazione.
Gli assistenti erano piegati dal ridere e mi stavano fotografando coi loro cellulari. Invece di aiutarmi, mi scattavano delle foto facendosi delle grasse risate!
Capii che non parlavamo la stessa lingua, e quindi optai per liberarmi da solo. Arrivai al punto di temere che le mie orecchie si sarebbero staccate, ma finalmente riuscii a togliermi il cuscino con un secco strattone. Ovviamente il pisolino programmato saltò. Pensai che qualcuno di normale mi avrebbe chiesto se stavo bene, ma mi sbagliavo. Effettivamente anche gli assistenti dormivano pochissimo ed erano impazziti pure loro per effetto del caos. In quel momento giurai che avrei lottato contro il caos!
Attenzione: i bravi bambini non devono imitarmi!